Questi titani delle nostre campagne, monumentali e maestosi, costeggiano la campagna salentina e riportano in vita racconti tratti da una mitologia greca. Qualcuno li ha battezzati “titani” proprio in onore dei giganti narrati in quelle storie, nel solco di una tradizione impressa sulle terre che si affacciavano lungo il bacino del Mediterraneo.
Sono piante millenarie da cui i salentini ricavano il cosiddetto “oro giallo” principe delle nostre tavole. Lo stesso olio che in tempi passati avevano apprezzato gli stessi romani e messapi. Si tratta di vere e proprie sculture botaniche dal fascino imponente, che caratterizzano in maniera unica il paesaggio tipico del Salento. Età millenarie che tuttavia non è possibile datare con precisione poiché il loro tronco, nel tempo, è stato scolpito dalle opere dell’uomo e dalla natura.
L’assenza del legno primordiale, infatti, rende difficile la datazione del carbonio 14 (un metodo di datazione utilizzato per i materiali di origine organica), allo stesso modo l’impossibilità di cavare il legno dalla parte centrale del tronco non permette di contare i suoi anelli circolari, capaci di definire l’età dell’albero stesso.
Tuttavia ciò che sappiamo con certezza è che questi alberi vigorosi, la cui costituzione forte è racchiusa nel loro DNA, sono riusciti a sopravvivere alle intemperie, alle estati siccitose ma anche agli insetti zilofagi e all’azione dell’uomo.
Uliveti plurisecolari che potrebbero raccontare storie infinite ma che con il loro silenzio sono in grado di esprimere molto più di mille parole. Se dunque vorrete trascorrere le vostre vacanze in Puglia e nella Valle d’Itria, oltre alle chiese barocche e al mare cristallino, potrete ammirare il paesaggio unico dell’Alto Salento caratterizzato da questi patriarchi senza tempo che testimoniano le vicissitudini della vita e del trascorrere del tempo e che arricchiscono le nostre pietanze di un sapore incomparabile.